Pazienti con insufficienza cardiaca acuta: esiti ospedalieri e a 1-anno in base alla presentazione e alla frazione di eiezione


Uno studio ha esaminato gli esiti dei pazienti ospedalizzati con insufficienza cardiaca de-novo e con peggioramento della malattia con frazione di eiezione ventricolare sinistra ( FEVS ) conservata ( HFpEF ) ( FEVS maggiore o uguale a 50% ), rispetto a quelli con ridotta frazione di eiezione del ventricolo sinistro ( HFrEF ).

Sono stati studiati 1669 pazienti ( 22.6% HFpEF ) ospedalizzati per insufficienza cardiaca acuta nel Registro prospettico IN-HF ( Italian Network on Heart Failure ) Outcome Registry.

In tutti i pazienti è stata valutata la FEVS durante il ricovero in ospedale.

Le presentazioni di scompenso cardiaco de-novo costituivano il 49.6% delle ospedalizzazioni di HFpEF ( frazione conservata ) e il 43.1% delle ospedalizzazioni di HFrEF ( frazione ridotta ).

La mortalità per qualsiasi causa durante l'ospedalizzazione è stata inferiore in HFpEF ( frazione conservata ) rispetto a HFrEF ( frazione ridotta ) ( 2.9% vs 6.5%, p = 0.01 ), ma questa differenza di mortalità non era significativa a 1 anno ( 19.6% vs 24.4%, p = 0.06 ), anche dopo aggiustamento per covariate cliniche.

Allo stesso modo, non c'erano differenze nella mortalità a 1 anno tra HFpEF ( frazione conservata ) e HFrEF ( frazione ridotta ) rispetto alla causa di morte ( cardiovascolare verso non-cardiovascolare ) o modalità di presentazione ( peggioramento di insufficienza cardiaca verso de novo ).

Anche i tassi di ri-ospedalizzazione ( per qualsiasi causa, causa non-cardiovascolare, causa cardiovascolare, scompenso cardiaco ) a 90 giorni e a 1 anno erano simili.

La modalità di presentazione ha influenzato la ri-ospedalizzazione nei pazienti con HFpEF ( frazione conservata ), dove i pazienti che si presentavano con peggioramento di HFpEF ( frazione conservata ) avevano più alti tassi di ri-ospedalizzione a 1 anno per qualsiasi causa ( 36.8% vs 21.6%, p = 0.001 ), cardiovascolare ( 28.1% vs 14.9%, p = 0.002 ) e correlata a scompenso cardiaco ( 21.1 % vs 7.7%, p = 0.0003 ), rispetto a quelli con presentazione de novo.

In conclusione, gli esiti a 1 anno successivi al ricovero ospedaliero per HFpEF ( frazione conservata ) non sono favorevoli quanto quelli di HFrEF ( frazione ridotta ).
Una precedente storia di decompensazione o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca permette di identificare i pazienti con HFpEF ( frazione conservata ) a rischio particolarmente elevato di eventi ricorrenti. ( Xagena2014 )

Senni M et al, Int J Cardiol 2014; 173: 163-169

Cardio2014



Indietro

Altri articoli

Nei pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta ( HFrEF ), i disturbi respiratori del sonno, comprendenti l’apnea...


L’attività fisica è fondamentale nella gestione dell’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta e la camminata integrata nella vita quotidiana...



Gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 ( SGLT2 ) riducono il rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca nei...


ET-1 ( endotelina-1 ) è implicato nella fisiopatologia dell'insufficienza cardiaca e della malattia renale. La sua importanza prognostica e la...


Nello studio DELIVER ( Dapagliflozin Evaluation to Improve the Lives of Patients With Preserved Ejection Fraction Heart Failure ), Dapagliflozin...


L'ipertensione apparente resistente al trattamento ( aTRH ) è prevalente e associata a esiti avversi nell'insufficienza cardiaca con frazione di...


L'Acetazolamide ( Diamox ) inibisce il riassorbimento tubulare prossimale del sodio e migliora la decongestionazione nello studio ADVOR ( Acetazolamide...


La pre-insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata ( pre-HFpEF ) è comune e non prevede una terapia specifica oltre...


L’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata ( HFpEF ) è in aumento in prevalenza ed è associata ad un...